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Dipendenza per le materie prime critiche, energia, guerre commerciali e regulatories sono fra le principali interdipendenze che impattano sulle nostre economie. Andare oltre la narrazione per comprendere i rischi e cogliere le opportunità non è più un'opzione.
Fino a 4000 miliardi di dollari di investimenti potrebbero essere necessari entro il 2030 per aumentare la catena di approvvigionamento dei materiali per affrontare le imminenti carenze di approvvigionamento di metalli e materiali chiave necessari per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione globale, secondo un nuovo rapporto pubblicato dalla società di consulenza manageriale globale McKinsey & Company.
Il rapporto, "The net-zero materials transition: Implications for global supply chains", evidenzia il ruolo della catena di approvvigionamento dei materiali come fattore chiave della transizione globale verso net zero (che non significa zero emissioni in natura non esistono), con molte delle tecnologie, dalle energie rinnovabili e lo stoccaggio delle batterie ai veicoli elettrici, che richiedono più materiali più e diversi rispetto alle tecnologie convenzionali che stanno sostituendo.
Tralasciando il market cap, lista delle prime 50 società minerarie mondiali, quante sono a controllo Europeo e Italiano?
Ci vogliono miliardi - tempo e soprattutto il grade per giustificare apertura o potenziamento estrazione da miniere, potenziare il riciclo e ottimizzare l'utilizzo materie prime critiche non è un'opzione escludendo tutte le altre interdipendenze della sostenibilità multilivello.
Si prevede che la spesa in conto capitale dei 30 principali miner a livello globale crescerà del 6,2% nel 2023 a circa 109,2 miliardi di dollari, dopo aumenti del 13,8% nel 2021 e del 16,3% nel 2022.
Tuttavia, le grandi aziende potrebbero non aver raggiunto il picco dei loro investimenti e sforzi di espansione, poiché il capex pianificato per il 2023 è ancora inferiore di 36,5 miliardi di dollari rispetto al picco del 2013 di 145,7 miliardi di dollari. b
Si prevede che gli investimenti nei prossimi due anni diventeranno più impegnativi in un contesto di inflazione e tassi di interesse elevati e di rallentamento dell'attività economica, portando gli investimenti del gruppo a diminuire dell'1,8% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025.
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