La normativa europea e nazionale degli ultimi anni ha dato sempre più spazio al recupero dei residui di lavorazione, intendendo con tale termine sia i rifiuti sia i sottoprodotti. La motivazione si basa sull’aumento della sostenibilità dei processi sia in termini fisico-chimici (diminuzione degli impatti sull’ambiente in senso generale) che economici (maggiori opportunità di valore aggiunto per servizi e prodotti).
Un esempio d’interesse del comparto agro-forestale è costituito da biocarburanti (tradizionalmente prodotti a partire da comuni “commodities” agricole, in particolare semi oleaginosi o amilacei), introdotti in Europa con la direttiva 30/2003 che fissava obiettivi di interesse economico per sostituire i combustibili fossili per la trazione.