I lubrificanti di elevata tecnologia giocano un ruolo importante, anche se talvolta sconosciuto, nell'assicurare il funzionamento efficace degli impianti di cogenerazione. Michael Guelck, Business Development Specialist di Texaco Lubricants, con oltre 30 anni di esperienza nei motori a gas, spiega quali siano le principali sfide per gli operatori degli impianti di cogenerazione e come lubrificanti quali quelli della gamma Texaco HDAX possano contribuire ad affrontarle.
Motori a gas sempre più esigenti
La richiesta di una maggiore efficienza degli impianti di cogenerazione non si ferma mai. Negli ultimi 30 anni i costruttori di motori a gas hanno costantemente migliorato le prestazioni dei propri prodotti con il risultato che attualmente i motori progettati sono più economici ed efficienti, ma anche più esigenti.
È importante sapere che gli attuali motori a gas sono sottoposti a temperature e pressioni estreme, fino a 4 volte maggiori di quelle presenti in un motore diesel di un veicolo. Inoltre, i motori sono collegati a scambiatori di calore per riutilizzare l'energia prodotta e a convertitori catalitici, ormai richiesti per soddisfare standard antinquinamento sempre più severi.
Questa complessa composizione di apparecchiature sensibili all'imbrattamento dovuto alle ceneri presenti negli additivi dell'olio introduce ulteriore complessità nell'assicurare il corretto funzionamento dell'intero sistema.
I lubrificanti giocano oggi un ruolo centrale nella gestione motore di un impianto di cogenerazione in quanto contribuiscono a far funzionare correttamente i macchinari ben lubrificati. Ma non tutti i lubrificanti sono uguali.
Ad esempio, in un lubrificante, una riserva alcalina (TBN- cioè, la capacità di neutralizzare gli acidi prodotti dalla combustione) non stabile o un eccesso di ceneri solfatate possono portare a costosi guasti con conseguenze serie - rischi che pochi operatori conoscono.
Olio per motore a gas - Un olio molto tecnico
I lubrificanti per motori a gas sono chiamati a rispondere a molteplici sfide. Oltre a svolgere il lavoro standard di un qualsiasi olio, cioè lubrificare, prevenire i depositi e mantenere pulita la camera di combustione, devono compiere un ulteriore lavoro che ha a che fare con i problemi generati dalle caratteristiche del biogas e con le variazioni di qualità del carburante.
L'olio deve avere una stabilità termica garantita, controllando l'ossidazione e offrendo una buona ritenzione del TBN. L'olio deve neutralizzare l'acidità causata dal gas e contribuire a garantire le prestazioni del motore. La difficoltà sta nel bilanciare la stabilità del TBN con i livelli di ceneri solfatate negli additivi, poiché questi due parametri sono strettamente interconnessi.
La stabilità TBN - Un indicatore cruciale
La stabilità del TBN, ancor più del TBN stesso, è una caratteristica tecnica molto importante di un olio e un fattore di cui gli operatori di un impianto di cogenerazione devono tener conto. È opinione comune che un olio, per essere efficace nel prevenire la formazione di acido solforico che attacca le componenti metalliche di un motore, deve avere un TBN elevato (tra 9 e 10).
Poiché questo numero tende a diminuire rapidamente con il passare del tempo, ciò ha un impatto sulla vita utile dell'olio. Il problema non è tanto quello di quanto sia elevato il TBN quando l'olio è nuovo, aspetto che ha sì un impatto, ma piuttosto quanto sia stabile tale numero nel tempo.
Un elevato TBN non è garanzia della qualità di un olio, poiché può significare che l'olio contiene un livello medio o elevato di ceneri solfatate per neutralizzare gli acidi. Queste ceneri solfatate nell'olio impattano negativamente sullo scambiatore di calore o sul convertitore catalitico dell'impianto, che può prima o poi intasarsi, con conseguenti guasti costosi.
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