Vari analisti convergono nel considerare il calo delle importazioni di petrolio in Cina, primo acquirente e secondo consumatore al Mondo, non contingente, ma strutturale. Una diminuzione costante nei dieci mesi che abbiamo alle spalle, di oltre l'8% su base annua, secondo la multinazionale di analisi e comunicazione Bloomberg, non dovuta soltanto a una momentaneo rallentamento della sua economia, ma all'azione di fattori irreversibili.
Tra essi, alla crescente espansione della mobilità elettrica che riduce il consumo di carburanti (vedi riquadro nel PDF), conseguenza che appare del tutto coerente con l'alto tasso di penetrazione dei veicoli a batteria nel Paese di Mezzo.
Una diffusione che sta avvenendo con un ritmo molto elevato, superiore al previsto e a quello in atto nelle altre regioni del Pianeta.
Lo dicono i numeri: il 50% delle nuove immatricolazioni cinesi è costituita da auto e furgoni elettrici, cui si aggiunge il costante incremento di ciclomotori, autobus e di altri mezzi a batteria che muovono il trasporto pesante (fig. 1 nel PDF).
Ma c'è di più, in quanto molti osservatori ritengono che la debolezza della domanda di combustibili liquidi sia generale ed emblematica della transizione in atto in Cina e altrove verso nuovi modelli di consumo a minore impatto ambientale.
Lo conferma il fatto che, mentre le importazioni di olio sono diminuite, la richiesta di gas naturale del gigante asiatico è aumentata.
Un effetto sin qui sottovalutato, quello dell'elettrificazione dei trasporti sulla frenata dell'aumento del consumo globale di greggio, in linea con le valutazioni fornite dall'IEA (International Energy Agency) nel WEO (World Energy Outlook) diffuso a metà ottobre, di cui si è detto nel numero scorso (1 nel PDF).
Indicazioni ribadite poche settimane fa dall' "Oil Market Report" del 15 novembre, sempre dell'IEA, che indica per il 2024 un aumento del fabbisogno di petrolio molto modesto.
Mediamente 0,92 Mb/d, circa la metà dei 2 Mb/d del 2023, complice in gran parte proprio il calo della richiesta cinese che concorre quest'anno molto meno all'incremento della crescita, per 2/5, rispetto agli oltre 2/3 del 2023.
Analoghe le analisi e indicazioni della citata Bloomberg New Energy Finance (BNEF), riportate nei Report "Electric vehicle Outlook 2024" e nel "Road Fuel Outlook", che stimano tagli consistenti della domanda mondiale di petrolio del trasporto su strada dovuto ai veicoli elettrici.
Circa il 3% nel 2024, che sarà il doppio nel 2027 e il triplo nel 2029, per cui il loro effetto potrebbe anticipare il picco del consumo di petrolio entro i prossimi tre anni, prima del 2030 indicato dall'IEA nel caso più prudenziale.
Un trend che non sorprende, anche nella sua accelerazione, dato che il passaggio del trasporto dal motore endotermico a quello elettrico è parte di una trasformazione già in corso, molto più ampia e radicale, che sta subendo il sistema economico e sociale nel suo complesso.
Un'evoluzione inevitabile e irreversibile, generata da molteplici fattori che ne sono, ad un tempo, cause e conseguenze.
In primis l'esponenziale incremento dello scibile e l'incessante crescita demografica, tra loro interagenti con reciproche conseguenze che si sono manifestate e si stanno verificando diversamente.
Da una parte, in positivo, con la riduzione della mortalità infantile, il miglioramento dell'aspettativa di vita, del benessere e l'aumento della consapevolezza.
Dall'altra, in negativo, con l'incremento della disparità nel possesso e utilizzo del sapere e delle tecnologie, con la crescita del divario economico e sociale, della conflittualità, del carico sull'ambiente oltre la capacità che ha il pianeta di rigenerarsi.
Fattori, questi ed altri, che stanno determinando mutamenti profondi, esistenziali e dei rapporti interpersonali, indotti e abilitati dal formidabile avanzamento scientifico e tecnologico che li alimenta.
Un cammino che il progresso rende sempre più veloce, accelerandolo con le molteplici forme che assume la connessione e acquisirà in prospettiva l'Intelligenza Artificiale Generativa nel veicolare, diffondere e creare conoscenza.
Ciò in misura tale da far ritenere che nel breve, medio periodo l'intero insieme del sapere tecnico si potrà raddoppiare in manciate di anni e poi di mesi.
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