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Un'infrastruttura tecnologica efficiente e resiliente è quasi più importante dell'energia

Marcegaglia è il gruppo industriale italiano leader mondiale nella trasformazione dell'acciaio che, per i grandi numeri raggiunti, necessita di un forte punto di appoggio tecnologico per garantire business continuity e livelli di performance consistenti con la strategicità dei servizi erogati alle funzioni di business. Per far fronte a questa esigenza, Marcegaglia ha avviato un progetto di trasformazione della propria infrastruttura IT scegliendo la piattaforma IBM Power.

Marcegaglia è il gruppo industriale italiano leader mondiale nella trasformazione dell'acciaio, con una produzione di 6,2 milioni di tonnellate di acciaio lavorate ogni anno, 6.600 dipendenti e 29 stabilimenti a livello globale. Numeri impressionanti che hanno bisogno di un forte punto di appoggio tecnologico per garantire business continuity e livelli di performance consistenti con la strategicità dei servizi erogati alle funzioni di business.

Abbiamo parlato con Marco Campi, CIO del Gruppo Marcegaglia, per farci raccontare il progetto e, più in generale, il ruolo della tecnologia per il gruppo.

Perché avete deciso di intraprendere questo percorso di trasformazione dell'infrastruttura informatica?

In Marcegaglia c'è un'unica struttura che si occupa dei servizi IT per tutto il gruppo: dalla gestione ERP, e quindi della reportistica relativa ai processi di tipo amministrativo, commerciale e produttivo, fino a tutti i servizi di comunicazione, collaborazione e IT più classici.

Con le restrizioni che sono state purtroppo imposte dalla pandemia globale, abbiamo realizzato quanto l'infrastruttura informatica sia un nodo cruciale per gestire e comunicare con i nostri stabilimenti e i dipendenti in tutto il mondo, e garantire una continuità di business agevole e senza interruzioni tra Europa, Sud America, Medio Oriente e Russia.

Senza contare i rischi di cybersecurity che sono sempre più frequenti nelle filiere produttive e che sono stati amplificati dallo smartworking prima e dalle crisi geopolitiche ora. Ogni giorno, spediamo più di mille mezzi tra treni e navi in giro per il mondo: senza una buona struttura IT, non potremmo raggiungere questi volumi e non saremmo in grado di garantire supporto e sicurezza alla nostra catena logistica.

Esagero, ma per rendere il concetto: l'IT è quasi più importante dell'energia che utilizziamo per la produzione e distribuzione. Per questo abbiamo deciso di affidarci a un partner come IBM che può fornirci il miglior supporto possibile.

Qual era la situazione di partenza dell'infrastruttura tecnologica e quali le esigenze di rinnovamento?

Ci basiamo perlopiù su un'infrastruttura on premise, mentre utilizziamo il cloud in modalità software-as-a- service per applicazioni che richiedono competenze specifiche e di cybersecurity - servizi per i quali generalmente ci affidiamo a terzi. Negli ultimi due anni i software utilizzati sono aumentati e diventati sempre più pervasivi e, con il lavoro da remoto, la collaboration è diventata sempre più centrale.

L'applicazione core a supporto del nostro business è rappresentata da SAP HANA. Nel corso del 2021 abbiamo sentito l'esigenza di rinnovare l'infrastruttura tecnologica alla base dell'ERP disegnando un'architettura hardware, software e middleware idonea a garantire business continuity e livelli di performance in linea con la criticità dei servizi erogati.

La soluzione si basa su un cluster di sistemi che combina le logiche della replica applicativa SAP con la possibilità di spostare carichi di lavoro da un sistema all'altro senza per questo avere duplicazione di risorse, con evidenti benefici sul TCO complessivo.

Dunque, una situazione complessa da semplificare e rendere più efficiente per supportare adeguatamente l'evoluzione di Marcegaglia...

Esattamente. La consapevolezza che abbiamo sviluppato sui nostri sistemi IT durante la pandemia ci ha posti nella posizione di identificare degli obiettivi più urgenti e sfidanti: miglioramento delle prestazioni per ridurre il tempo di elaborazione di documenti come report, bolle, fatture; efficientamento dei processi negli stabilimenti produttivi; scalabilità per far fronte ad una crescita organica ed esterna per i prossimi 5/7 anni; resilienza, per garantire stabilità e continuità di servizio.

Come avete raggiunto la decisione di affidarvi alla piattaforma IBM Power?

Dopo un'attenta analisi di fattibilità prodotta da IBM e IAN S.r.l, business partner di IBM, abbiamo svolto un benchmark tecnico ed economico di mercato, valutando la piattaforma IBM Power come la migliore rispetto all'esigenza di supportare il sistema SAP HANA che utilizziamo a livello globale.

Rispetto al cloud, IBM Power si adatta meglio al nostro modello di business: abbiamo un sistema di produzione e logistica che non è generalmente sottoposto a picchi di lavorazione, dunque abbiamo privilegiato un sistema che potesse garantire supporto costante nel tempo, piuttosto che flessibilità.

IBM e IAN hanno provveduto all'integrazione e alla messa in produzione dei sistemi e relativi ambienti operativi: due sistemi IBM Power E950 in cluster con sistema operativo Linux per la gestione delle partizioni logiche SAP Hana e Virtual I/O server per la virtualizzazione delle risorse di rete.

L'architettura prescelta è in grado di ospitare l'intero SAP costituito da ambienti di produzione/Quality/sviluppo ed alta affidabilità e una IBM Power HMC (Hardware Management Console) per il monitoraggio della soluzione, la diagnostica predittiva e l'eventuale necessità di ribilanciamento di risorse processori e memoria in modalità "on-demand".

Ci sono state particolari criticità nella fase di implementazione dei sistemi? Come ritiene sia andato l'adattamento della vostra azienda finora?

Trattandosi di una migrazione tecnologica, è stato possibile realizzare il progetto in tempi brevissimi e senza impatti sulla componente applicativa, lasciando inalterata l'operatività degli utenti. La migrazione è avvenuta a dicembre 2021 e i sistemi sono andati live in gennaio.

Sono quindi passati sei mesi di funzionamento in produzione e tutte le varie soluzioni sono testate e funzionanti: la velocità di esecuzione è cresciuta, l'esecuzione delle transazioni ha riscontrato un miglioramento del 20-30% senza stressare la macchina, consentendo quindi all'occorrenza anche la possibilità di una riserva di capacità elaborativa utilizzabile.

E per il futuro? Quali sono le direzioni verso cui ritiene che ci sia ancora margine di miglioramento e in cui la tecnologia può influire?

Per il futuro, punteremo sicuramente a omogeneizzare il più possibile le applicazioni in ambito MES (Manufacturing Execution System) per avere situazioni più gestibili, meno costose e più sicure. La cybersecurity è proprio l'ambito che riteniamo più urgente e su cui ci stiamo concentrando in questo momento per diventare sempre più abili nell'individuare le criticità e nella capacità di risolverle.

Secondariamente, sarà cruciale ideare un data warehouse per le operation che, grazie all'integrazione con algoritmi di AI e machine learning, ci aiuti a capire dove performiamo meglio e individuare i margini di miglioramento su cui è necessario investire. Una strategia che abbiamo già per la parte commerciale e che vogliamo adottare in fase di produzione per aumentare la qualità in tutti i nostri siti.

Infine, punteremo ad integrare sempre di più strumenti digitali e automatizzati all'interno della catena produttiva, come stiamo facendo con la stampa digitale delle lamiere, per consentirci di allinearci ad una tendenza di mercato che punta sempre più alla personalizzazione dei prodotti.

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