Il 22 settembre nella prestigiosa Aula Consiliare "Giorgio Fregosi" di Palazzo Valentini a Roma, messa a disposizione dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, è stata presentata l'edizione 2023 del "Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici" prodotto dalla collaborazione oramai consolidata tra ENEA e CTI.
L'evento è stato occasione per andare oltre la semplice illustrazione di dati e grafici alla luce dell'evoluzione che ENEA e CTI stanno portando avanti anno per anno su contenuti e ruolo del Rapporto. Lo si evince già dalle note che aprono il rapporto a nome dei Presidenti dei due enti, Gilberto Dialuce (box 1) - Presidente ENEA e Cesare Boffa - Presidente CTI (box2).
A ulteriore sottolineatura di questo approccio, è stato chiesto qualche elemento aggiuntivo a Giovanni Addamo, Coordinatore del Comitato di redazione del Rapporto Certificazioni Energetiche 2023 per ENEA DUEE, oltre che Responsabile del Laboratorio Sistemi Integrati per lo Sviluppo Territoriale nelle Regioni del Centro Italia.
Addamo evidenzia che "il nuovo Rapporto, a partire dal 2023, rappresenta un tentativo di fornire risposte a autorità governative, stakeholder, cittadini, sullo stato di salute del patrimonio immobiliare nazionale che vadano oltre una mera analisi dei numeri significativi delle certificazioni desunta dal campione di APE raccolto nel 2023.
L'attuazione delle sfidanti strategie europee che mirano ad ottenere un parco edilizio decarbonizzato al 2050, impongono una serie di riflessioni riguardanti sia la necessità di allargare sensibilmente la rappresentatività attuale del patrimonio edilizio certificato (oggi circa un quinto del patrimonio censito), anche attraverso possibili implementazioni delle casistiche di presentazione obbligatoria di un APE, sia la necessità di cambiare decisamente passo nel processo di miglioramento qualitativo delle certificazioni oggi ancora non ottimale".
Ed ancora, il responsabile ENEA dell'intero progetto spiega che "ENEA e CTI si sono impegnati, a partire da quest'anno, nell'arduo compito di studiare e sperimentare soluzioni innovative in grado di consentire il raggiungimento di questi obiettivi.
Il primo passo di questo percorso è il tentativo di creare una open community virtuosa dei certificatori abilitati che consenta di mettere a frutto suggerimenti, percorsi di conoscenza e buone pratiche utili a migliorare il processo di certificazione e quindi a fornire ai proprietari una "rappresentazione" realistica dello stato del proprio immobile e del relativo potenziale di miglioramento energetico."
Conclude Addamo: "Un altro sforzo significativo è stato prodotto per la generazione di un portale aperto al pubblico che metta a disposizione in un unico "sportello virtuale" informazioni provenienti da diverse banche dati correlate al settore edilizio contenenti dati non sempre omogenei tra loro, e di tools "user friendly" al fine di stimolare e favorire le riqualificazioni energetiche degli edifici accelerando il processo di miglioramento dell'efficienza energetica delle unità immobiliari in linea con le direttive europee (EPBD) di imminente pubblicazione."
In estrema sintesi, l'intero evento è stato l'occasione per evidenziare a tutti gli interessati, oltre al miglioramento delle prestazioni medie del parco edilizio italiano, che l'Italia non è, come spesso si pensa e a volte accade, il fanalino di coda per quanto riguarda il tema delle prestazioni energetiche degli edifici, anzi, grazie all'intenso e costante lavoro davanti e dietro le quinte svolta da ENEA e CTI con la proattiva collaborazione di tutti gli operatori del settore e all'interazione costante con il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica il nostro Paese è in ottima posizione e pronto per affrontare le sfide che in maniera più o meno evidente ci vengono proposte dalla decarbonizzazione e dalla transizione ecologica ed energetica.
Rapporto 2023 - I principali contenuti e risultati delle analisi
In questa sede si ritiene utile offrire una sintesi, qualche spigolatura, dell'intero rapporto che è costituito da più di 300 pagine e pertanto ad esso si rimanda per i necessari dettagli ed approfondimenti.
Quanto segue quindi è un estratto di quelle parti del Rapporto più direttamente connesse con l'attività tecnica del CTI, ma oltre a questo si rimarca, come anticipato in premessa, che il lavoro del 2023 tratta anche altri temi, più legati ad attività specifiche di ENEA, come il catasto energetico unico degli edifici (CEU) o il portale nazionale sulla prestazione energetica degli edifici (PnPE2).
In un ultimo articolo, invece, si riportano alcune considerazioni di dettaglio sul tema della qualità del dato, elemento imprescindibile per migliorare ulteriormente la qualità del Rapporto ENEA-CTI.
In allegato, è possibile scaricare il pdf completo del Dossier, che - in relazione al Rapporto 2023 - contiene:
- Significatività del campione
- Generale miglioramento delle prestazioni
- Le motivazioni per cui è redatto l'APE
- L'anno di costruzione
- I servizi energetici
- Interventi raccomandati
- NZEB
- La futura direttiva EPBD
La qualità dei dati contenuti nell'APE
Merita qualche considerazione a parte il tema della qualità dei dati contenuti negli APE, tanto che è stato chiesto a Francesca Pagliaro - ENEA DUEE Ricercatrice del Laboratorio Sistemi Integrati per lo Sviluppo Territoriale nelle Regioni del Centro Italia di fornire qualche dettaglio in più; ecco cosa ci ha raccontato.
Gli APE trasmessi al SIAPE, ovvero al Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, gestito da ENEA rappresentano il punto di arrivo di procedimento che vede l'azione di diversi attori: dal certificatore, al software di certificazione energetica e al catasto energetico Regionale.
Nelle varie fasi della certificazione energetica è prevista l'applicazione di alcuni sistemi di validazione e controllo della qualità dei dati degli APE, quali: la validazione del software da parte del CTI, per quanto riguarda gli output di calcolo, l'aderenza al formato di interscambio delle informazioni (XML), che descrive le regole che caratterizzano gli attributi dell'APE, fino ai veri e propri controlli a campione (documentali e sui dati dell'APE), come previsto da D.P.R. 75/2013, che sono in carico alle Regioni e alle Province Autonome.
Su questo ultimo punto, in base alle informazioni raccolte negli anni nei Rapporti Annuali sulla Certificazione Energetica degli Edifici, curati da ENEA e CTI, è risultato evidente come tali controlli siano applicati in maniera limitata e disomogenea sul territorio nazionale come evidenziato in Tabella 4.
Considerato anche che alcune Regioni accettano formati XML diversi da quello standard nazionale, ENEA, raccoglie dati di APE trattati diversamente, sia dal punto di vista della loro creazione, ma anche della loro gestione a livello qualitativo. Da questo quadro emerge fortemente la problematica legata alla qualità delle informazioni provenienti dagli APE.