Il 20 maggio 2021 è stata pubblicata la UNI/TS 11816-1:2021 "Linee guida per la gestione di eventi NaTech nell'ambito degli stabilimenti con pericolo di incidente rilevante - Parte 1: Requisiti generali e sisma". La specifica tecnica (UNI/TS) inaugura una nuova serie dedicata ai Natech che prevede sezioni dedicate ai singoli pericoli oggetto di analisi. La parte 1 appena pubblicata include una sezione generale e una sezione specifica dedicata al rischio sismico. Le parti successive, già in lavorazione presso la UNI/CT 266 del CTI, saranno dedicate agli altri eventi Natech quali: esondazioni, fulminazioni, tsunami, frane.
La nuova linea guida è stata elaborata dalla UNI/CT 266 "Sicurezza degli impianti a rischio di incidente rilevante" del CTI, alla quale partecipano i rappresentanti di associazioni, aziende ed enti tra i più coinvolti e competenti in questa tematica, tra cui il dipartimento della Protezione Civile nazionale, ISPRA, INAIL, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, le ARPA regionali.
La UNI/TS 11816-1 nasce con l'obiettivo di fornire ai gestori di stabilimenti con pericolo di incidente rilevante criteri, metodologie e procedure per la valutazione dei rischi NaTech sulla base delle conoscenze al momento disponibili. Ricordiamo che con il termine NaTech (Natural hazard triggering Technological disasters) si definiscono gli eventi nei quali pericoli o disastri naturali (terremoti, alluvioni, fulminazioni, tsunami, incendi naturali, frane, ecc.) originano incidenti tecnologici quali incendi, esplosioni e rilasci tossici all'interno di complessi industriali o lungo le reti di distribuzione. La definizione formale di Evento Natech della UNI/TS 11816-1 è: "Disastro tecnologico innescato o amplificato da un pericolo naturale", con la precisazione che ai fini della specifica tecnica come disastri tecnologici si considerano esclusivamente gli incidenti rilevanti. La nuova pubblicazione mette a disposizione dei gestori di stabilimenti con pericolo di incidente rilevante una linea guida finalizzata a fornire gli strumenti per analizzare e gestire questo tipo di rischi e che includa informazioni e metodologie per affrontare le attività di previsione, preparazione, gestione dell'emergenza e ripristino delle condizioni iniziali. Gli obiettivi dichiarati dal gruppo di lavoro per lo sviluppo della norma sono stati di:
- Fornire ai gestori criteri, metodologie e procedure per la valutazione dei rischi natech sulla base dello stato dell'arte delle conoscenze;
- Offrire uno strumento di orientamento tra le informazioni esistenti sulla gestione dei rischi natech, che risultano distribuite in numerose e diversificate disposizioni di legge, norme tecniche e pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, con l'obiettivo di fornirne una sintesi organica e integrata, che consenta ai gestori di apportare i necessari interventi al sistema di gestione della sicurezza. Il documento contiene allo scopo una raccolta aggiornata dei riferimenti bibliografici di metodologie, strumenti di supporto e normative per la gestione del rischio natech;
- Facilitare l'integrazione con le altre norme nazionali relative agli stabilimenti con pericolo di incidente rilevante e in particolare con le UNI 10617 e UNI 10616;
- Sensibilizzare i gestori a identificare l'esigenza di prevenzione e protezione da incidenti rilevanti originati da eventi natech.
Più in generale la nuova linea guida contribuisce alla definizione di un metodo per la gestione di eventi NaTech incrementando così la capacità delle strutture industriali di far fronte a pericoli o disastri naturali. Essa potrà essere di particolare aiuto per le piccole e medie imprese, in quanto quelle meno in grado di dotarsi di una struttura interna per fronteggiare eventi naturali di questa portata. Inoltre si pone l'obiettivo di diffondere metodologie che, seppure ormai sperimentate, spesso non sono conosciute dai gestori. Come detto il progetto di questa serie di specifiche tecniche dedicata ai Natech prevede una parte generale e sezioni dedicate ai singoli pericoli oggetto di analisi, che al momento includono: sisma, alluvioni, fulminazioni, tsunami e frane. Ulteriori pericoli naturali potranno essere integrati da parte del gruppo di lavoro, oppure aggiunti successivamente in occasione di future revisioni. Sia la parte generale che le sezioni specifiche sono organizzate secondo uno schema logico di gestione dei pericoli così strutturato:
- Analisi e definizione dei pericoli naturali e caratterizzazione del territorio in cui insiste lo stabilimento sulla base delle informazioni e della documentazione messa a disposizione dalla pubblica autorità;
- Definizione della vulnerabilità degli asset dello stabilimento e valutazione dell'entità degli scenari incidentali associati agli eventi naturali ricorrenti per il sito in esame;
- Verifica degli elementi (persone, asset aziendali, ecc.) Esposti agli effetti degli scenari incidentali e definizione delle conseguenze (danno);
- Caratterizzazione dei rischi natech considerati applicabili al sito in esame;
- Attuazione degli eventuali provvedimenti di prevenzione e di protezione individuati a seguito delle valutazioni di analisi di rischio natech svolte;
- Attuazione dei provvedimenti a fronte di avvisi di early warning;
- Predisposizione dei piani di intervento interno (previsione/prevenzione, preparazione, risposta e ripristino) e di collegamento con le autorità competenti esterne a fronte del verificarsi dell'evento natech.
Nel seguito del Dossier cercheremo di approfondire gli aspetti principali grazie al coinvolgimento dei maggiori esperti nazionali che partecipano alle attività di normazione sul tema dei NaTech, all'interno della UNI/CT 266 "Sicurezza degli impianti a rischio di incidente rilevante" del CTI.
E' intervenuto anche:
- Fabrizio Vazzana dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (https://www.isprambiente.gov.it/it).
La nuova UNI/TS 11618-1 nasce nel quadro della progressiva consapevolezza acquisita dagli stakeholder riguardo la rilevanza della problematica della prevenzione, nelle industrie che detengono sostanze pericolose, degli incidenti rilevanti originati da pericoli naturali, denominati NaTech, e dei conseguenti sviluppi metodologici e normativi a livello internazionale, europeo e nazionale.
Nella specifica tecnica la definizione di evento NaTech, partendo da quella di carattere generale adottata dagli anni '90 di disastro Tec(h)nologico innescato o amplificato da un pericolo Naturale, è stata circoscritta agli incidenti rilevanti in stabilimenti industriali che detengono sostanze pericolose, come definiti dalla Direttiva Seveso III e dal D.lgs.105/2015, suo recepimento nazionale.
Non di meno i principi su cui è basata la specifica, ne rendono possibile l'applicazione, con i dovuti adeguamenti, anche alle infrastrutture di trasporto e di distribuzione di sostanze pericolose.
I pericoli naturali che possono innescare eventi NaTech sono di natura geologica (ad es. sisma, maremoti, eruzioni vulcaniche ecc. ), idrologica (alluvioni, frane), meteorologica (fulminazioni, piogge torrenziali, trombe d'aria, ecc.) e climatica (temperature estreme, incendi boschivi, siccità).
A partire dagli anni '80 è stata osservata una tendenza all'incremento dei disastri di origine naturale, in larga parte attribuibile ad eventi di natura idrologica e meteorologica, con ingenti perdite economiche, per circa 2/3 riconducibili ad alluvioni ed uragani, che per loro natura tendono ad interessare aree molto estese.
Per quanto riguarda la frequenza di eventi Natech, i dati raccolti dalle principali banche dati mondiali sugli incidenti industriali evidenziano che un incidente significativo su 20 è stato provocato da eventi naturali, principalmente da fulminazioni, alluvioni, vento forte, frane e sismi.
La banca dati incidenti rilevanti della Commissione Europea (MARS del JRC-ISPRA) ha censito almeno un incidente rilevante Natech all'anno in uno dei Paesi dell'Unione negli ultimi 30 anni; per quanto riguarda l'Italia, l'ISPRA riporta l'accadimento, nello stesso periodo, di almeno 30 eventi NaTech, coinvolgenti principalmente condotte di gas e di idrocarburi, e poi industrie chimiche e petrochimiche, raffinerie, depositi di gas, di idrocarburi e di altre sostanze pericolose
Un contributo importante a questa tendenza è stato dato e lo sarà sempre di più dai cambiamenti climatici previsti e, secondo molti, già in corso.
A tale riguardo il Piano Nazionale di Adeguamento ai Cambiamenti Climatici (ed. 2018), attualmente sottoposto ad istruttoria VAS presso il MiTE, ha incluso tra gli ambiti settoriali di interesse le industrie e le infrastrutture pericolose e, riportando i risultati dell'applicazione al nostro Paese del modello per la simulazione climatica, prevede nel trentennio 2021-2050, nel caso si realizzi lo scenario denominato RCP8.5, l'aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi meteorologici estremi, con il loro corredo di fulminazioni, alluvioni e frane, in alcune zone del Paese (pianura Padana, alto versante adriatico e aree costiere dell'Italia centro-meridionale, Sicilia, Sardegna), con effetti sulle attività industriali e le infrastrutture ivi localizzate che utilizzano processi e sostanze chimiche pericolosi.
Come evidenziato attraverso l'illustrazione di alcuni casi studio, le valutazioni degli eventi NaTech da sisma, hanno seguito fin d'ora differenti approcci metodologici. Alla luce di quanto sopra evidenziato l'emanazione della UNI/TS 11816-1, appare quanto mai indispensabile per fissare alcuni punti fermi.
Intanto, è necessario individuare quelle apparecchiature critiche che in caso di sisma, possono dar luogo ad un disastro tecnologico, definendone le relative modalità di guasto. Ciò può avvenire partendo dall'analisi dei dati storici sugli accadimenti verificatisi in stabilimenti a rischio di incidente rilevante in occasione di passati terremoti e attraverso un'attività di verifica preliminare dello stabilimento mediante ispezione (rif. punto D.1 - Appendice D) volta ad approfondire la conoscenza delle possibili degenerazioni dei processi e degli elementi impiantistici e strutturali dell'impianto, partendo da quelle strutture per cui ricorrono particolari situazioni di criticità. Un utile riferimento è rappresentato dall'Appendice G "Quadro di sintesi degli elementi d'impianto e dei relativi danni per sisma".
In questa fase, diventa di fondamentale importanza per gli stabilimenti esistenti, come evidenziato nell'esempio precedentemente descritto e relativo al caso studio di uno stabilimento farmaceutico, la raccolta di informazioni attraverso elaborati grafici, documenti di progetto, schede tecniche, rilievi o prove in sito, per le successive verifiche tecniche. Sulla base di tali approfondimenti, saranno infatti definiti i "livelli di conoscenza" (cfr punto 8.5.4 NTC 2018 - Livelli di Conoscenza e fattori di confidenza) e i fattori di confidenza (cfr punto 8.5.4 NTC 2018) influenti nella determinazione delle resistenze meccaniche dei materiali. Per ognuna delle apparecchiature critiche individuate, si procederà al calcolo della frequenza di accadimento dell'evento NaTech da sisma con riferimento alle indicazioni delle linea guida.