Nell'ultimo discorso del presente mandato, la presidente della Commissione europea ha ribadito gli obiettivi e le strategie del Green Deal europeo.
Nel rapporto 2023 del think tank Strategic Perspectives di Bruxelles, "Competing in the new zero-carbon industrial era - Assessing the performance of five major economies on key decarbonisation technologies", le politiche, gli scenari e i risultati ottenuti sono comparativamente descritti per Cina, Unione Europea, India, Giappone e Stati Uniti. Per quanto riguarda le pompe di calore, l'Unione Europea ha visto nel 2022 una crescita del 38% di macchine installate rispetto al 2021.
In Italia sono state installate, nel 2022, 500.000 pompe di calore.
L'UE e gli Stati Uniti sono importatori netti di pompe di calore, mentre Cina e Giappone sono esportatori netti. Infatti, nonostante il 73% della domanda interna europea di pompe di calore sia soddisfatta dalla produzione propria, la crescente domanda nell'UE sta portando a un aumento delle importazioni.
Vi è dunque ampio margine di crescita per il relativo settore industriale, posto che secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia (rapporto 2023 - Energy Technology Perspectives) il contesto politico europeo sta attirando molti investitori; ad esempio, le aziende giapponesi stanno pianificando di ampliare i loro siti produttivi in Europa in risposta alla politica di sostegno alla diffusione delle pompe di calore domestiche.
La prossima corsa al vertice che si prefigura tra le principali economie in competizione è quella dello sviluppo, della produzione e della diffusione di pompe di calore a sostegno della decarbonizzazione delle industrie, in particolare di quelle a maggiore intensità energetica.
Le pompe di calore elettriche impiegate per il riscaldamento degli edifici e la produzione di acqua calda sanitaria, oltre a svolgere un ruolo chiave per la riduzione dei consumi di energia primaria e della produzione di CO2, rappresentano un significativo elemento di riduzione delle emissioni inquinanti in area urbana.
Ciò è vero sia considerando l'impiego a bassa temperatura, tipico di PdC inserite in nuovi edifici o in edifici oggetto di sostanziali miglioramenti dal punto di vista energetico, sia quello a più alta temperatura, con il mantenimento di radiatori come unità terminali e la sostituzione del solo generatore.
Quest'ultimo intervento è meno invasivo per il cittadino e non implica particolari problemi tecnologici, dal momento che PdC aria/acqua ad alta temperatura di piccola taglia sono ampiamente disponibili sul mercato. Diverso il caso di PdC di taglia maggiore, ad esempio per interventi condominiali o per edifici pubblici per i quali non si voglia intervenire sui terminali, per le quali si hanno limiti sulle massime temperature ottenibili e il cui impiego va valutato caso per caso.
Il singolo intervento presuppone comunque una valutazione degli ingombri, stante ad esempio la conformazione degli edifici di molti centri storici delle città italiane, per i quali non è detto siano presenti terrazzi e balconi, e la limitata disponibilità di spazi esterni in relazione alla maggior parte del patrimonio edilizio italiano.
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