- Processo di digitalizzazione
- Smart Grid e Smart Heat Pump
- Il piano nazionale integrato per l'energia e il clima
- Apertura verso il freddo
- Il settore industriale
La Pompa di Calore (nota anche con l'acronimo PdC) è da diversi anni considerata una delle tecnologie più promettenti nel settore della climatizzazione degli ambienti, siano essi residenziali, industriali o terziario.
Ma solo in tempi recenti (indicativamente negli ultimi 5 anni) si è giunti ad un riconoscimento generalizzato dei vantaggi generati dall'incremento delle installazioni di pompe di calore alimentate elettricamente.
Analisi recenti mostrano come la penetrazione delle PdC sia però concentrata prevalentemente sul mercato residenziale dei nuovi edifici; la diffusione della tecnologia è invece più contenuta proprio nel segmento che offre il maggiore potenziale di crescita (soprattutto in considerazione della congiuntura attraversata dal mercato delle costruzioni) ossia quello degli edifici esistenti e delle infrastrutture industriali non direttamente coinvolte nel processo produttivo.
Il più grande successo di questa tecnologia è certamente rappresentato dall'essere stata inserita nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). In esso la PdC assume un ruolo particolarmente importante e fondamentale, quello di tecnologia chiave per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, di produzione di energia rinnovabile, di efficienza energetica e di lotta ai mutamenti climatici, pertanto i produttori e tutti gli operatori del settore dovranno assumere la piena consapevolezza del ruolo loro assegnato dal nostro Paese e dall'Europa.
Partiamo dalla constatazione che la produzione di energia elettrica stia subendo una vera e propria "rivoluzione": si passerà da una produzione da poche grandi centrali, soprattutto termoelettriche alimentate a gas metano, mediamente di grandi dimensioni energetiche (potenza di circa 1000 MW), a centinaia di migliaia di centri di produzione di energia rinnovabile elettrica da fotovoltaico, eolico, mini idroelettrico e biogas.
Ciò implica un profondo mutamento, che deve comportare un uso intelligente della rete elettrica infrastrutturale e di quella di distribuzione a livello locale.
In mancanza di questo ripensamento profondo, si correrebbe il rischio di un collasso del sistema di fornitura elettrica alle utenze civili e industriali con seri rischi di incidenti e di black out.
L'energia elettrica da fonti rinnovabili è per di più, allo stato attuale, largamente non programmabile; pertanto la sua priorità di dispacciamento (attività che consiste nel mantenere l'equilibrio tra offerta e domanda di energia elettrica) è elemento ancora indispensabile almeno fino a che non si perverrà ad una consistente possibilità di accumulo.
Di qui la necessità di elaborare sistemi "smart" sempre più sofisticati: smart city, smart grid, smart meter, ma vi si potrebbe aggiungere anche Smart Heat Pump.
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