Lo sviluppo industriale, le nuove abitudini di consumo, il continuo aumento della domanda di materie prime associate alla crescita della popolazione e la conseguente crescita del settore industriale, in particolare quello della moda, hanno portato a una riflessione in diversi segmenti della società, sulla scarsità delle risorse che risultano essere limitate, sull'aumento delle emissioni di gas a effetto serra, sull'aumento del consumo di energia e sulla produzione di rifiuti; tutti questi fattori hanno fatto emergere il concetto di "economia circolare".
Il Parlamento europeo ha definito l'economia circolare come "un modello di produzione e con-sumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile" e ha posto il "Piano d'azione per l'economia circolare" come uno dei pilastri del Green Deal Europeo.
Ogni anno, all'interno del territorio dell'Unione Europea, si producono più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti; al fine di ridurre questa quantità elevata l'Unione europea sta promuovendo in maniera sempre più incisiva la transizione ecologica verso un'economia circolare, in alternativa all'attuale modello economico lineare.
Moda circolare e fast fashion
In particolare, il settore della moda e dell'industria tessile europea è leader a livello globale ed è caratterizzato da un forte dinamismo e una crescita media annua superiore al 5%. Il setto-re moda, abbigliamento e tessile genera, da sempre, un impatto ambientale e ha avuto una forte escalation negli ultimi anni.
Nel mondo, secondo alcune stime, ogni an-no vengono prodotti più di 100 miliardi di capi di abbigliamento e generati 92 milioni di tonnellate di rifiuti. Si è delineata pertanto la definizione di "moda circolare", una moda che viene progettata e realizzata sulla base di un modello di produzione e consumo sostenibili, in cui materiali e prodotti vengono recuperati, riciclati e riutilizzati, riducendo sprechi ed emissioni.
La "fast fashion", che consente una disponibilità costante di nuovi stili a prezzi molto contenuti, ha invaso il mercato da quasi due decenni influenzando l'intero comparto e le scelte stesse dei consumatori, che solamente in Europa consumano in media 26 chilogrammi di tessuti ogni anno a persona.
La sostenibilità è una importante sfida nel settore della moda e gli scarti tessili possono essere riutilizzati come materia prima e diventare prodotti a valore aggiunto.
Il riutilizzo e la rielaborazione artigianale di abiti usati (upcycling) è una pratica di lunga data che è iniziata come mezzo per creare la maggior parte degli strumenti di valore. I rifiuti tessili vengono generalmente descritti come la sostanza che diventa inutilizzabile al termine del processo di fabbricazione di qualsiasi prodotto tessile.
Gli scarti sono realizzati in ogni fase del processo di produzione tessile, come filatura, tessitura, maglieria, tintura, finissaggio e abbigliamento. Per incoraggiare la sostenibilità (riciclaggio/upcycling) possono essere utilizzate anche leve legislative che includono ad esempio le detrazioni fiscali per donazioni a enti di beneficenza di indumenti usati e codici di sistema armonizzati che facilitino l'uniformità del commercio nel settore tessile.
L'industria del settore della moda ha subito una notevole crescita nei due decenni precedenti, in particolare l'affermazione della cosiddetta fast fashion, che evidenzia un modus operandi imprenditoriale di smaltimento accelerato con un'acquisizione di articoli moda standardizzati e spesso sfusi; tuttavia, generando un consumo diffuso di capi facilmente sostituibili, la fast fashion contribuisce ad una crescita significati-va per quanto riguarda la problematica sulla sostenibilità ecologica, ma anche socia-le. I consumatori sembrano conoscere questi problemi, secondo il crescente interesse per i prodotti verdi.
Accelerare la transizione verso un'economia circolare
Al riguardo l'Unione Europea ha deciso di accelerare la transizione verso un'economia circolare inserendo nel nuovo piano d'azione per l'economia circolare una strategia dell'Unione Europea nell'ambito della moda e dei tessili in particolare, con l'obiettivo di sviluppare l'innovazione e promuovere il riutilizzo nel settore della moda.
Tra le recenti proposte gli europarlamentari hanno chiesto espressamente anche nuove misure contro la dispersione delle microfibre nell'ambiente e standard più severi per il consumo dell'acqua.
La strategia del nuovo piano d'azione per l'economia circolare, presentato dal Parlamento europeo, vuole fornire delle linee guida per raggiungere un buon livello di raccolta differenziata dei rifiuti tessili con l'obiettivo di creare le condizioni affinché il settore tessile europeo diventi più competitivo, sostenibile e resiliente.
La nuova strategia della Commissione comprende misure volte a sostenere materiali e processi di produzione circolari, a contrastare la presenza di sostanze chimiche pericolose e ad aiutare i consumatori a scegliere nell'abito della moda dei prodotti tessili sostenibili.
La strategia dell'Unione Europea per i prodotti tessili sostenibili e circolari si rivolge alla produzione e al consumo di tali prodotti, nel riconoscimento dell'importanza del settore e nell'attuazione degli impegni del Green Deal europeo e del nuovo piano d'azione dell'economia circolare.
Entro il 2030, nel settore della moda, tutti i prodotti tessili immessi sul mercato dell'UE saranno durevoli, riparabili e riciclabili, introducendo specifiche vincolanti di progettazione ecocompatibile realizzati in gran parte con fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell'ambiente.
Obiettivi vincolanti per il riutilizzo e il riciclaggio dei tessuti tessili
La Commissione ha inoltre avviato uno studio specifico al fine di proporre, nell'ambito della revisione della legislazione dell'UE in materia di rifiuti prevista per il 2024, obiettivi vincolanti per la preparazione ai fini del riutilizzo e per il riciclaggio dei rifiuti tessili. L'aggiornamento della strategia industriale dell'UE evidenzia l'esigenza di accelerare le transi-zioni ecologica e digitale, a tal fine viene proposta la co-creazione di percorsi di transizione ecologica.
Le specifiche vincolanti che saranno introdotte nel quadro del regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili estenderanno la durata di vita dei capi di abbigliamento e insieme alle nuove norme sulla responsabilità estesa del produttore, diventeranno il punto di partenza per un cambiamento improntato alla circolarità, di cui le imprese dovrebbero divenirne i promotori principali.
I consumatori avranno informazioni presso i punti vendita su una garanzia commerciale di durabilità, nonché informazioni sulla riparazione, compreso un punteggio di riparabilità.
Si punterà sull'innovazione e sulla competitività del settore tessile/ moda dove i pro-duttori assumeranno la responsabilità dei loro prodotti lungo tutta la catena del valore raggiungendo una sufficiente capacità di riciclaggio e riducendo al minimo l'incenerimento e lo smaltimento in discarica.
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