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Innovazione e sostenibilità ambientale nel settore dell'aria compressa

Sommario

Per Atlas Copco l'aria compressa è una scienza, l'azienda svedese investe infatti anni in tecnologie innovative sull'aria compressa che possano garantire un basso impatto ambientale. Quanto questo possa essere importante è testimoniato dal fatto che in ambito industriale circa l'11% dei consumi elettrici è ascrivibile all'aria compressa, con un'incidenza del consumo di energia che può arrivare a rappresentare più del 30% dell'energia elettrica consumata da un'impresa.

Altro elemento rilevante è la qualità dell'aria, in alcuni processi industriali infatti è necessario utilizzare compressori oil-free per garantire l'assenza di contaminazione da vapori di oli che possano danneggiare prodotti alimentari e/o causare incendi.
Per questi motivi può essere interessante analizzare il percorso evolutivo dell'azienda alla luce del progresso tecnologico dei compressori d'aria.

A questo proposito è curioso che Cesare Maestri, alpinista definito il "ragno delle Dolomiti", nel 1970 ha conquistato la vetta del Cerro Torre in Patagonia con l'aiuto di un piccolo compressore Atlas Copco che, tutt'ora, si trova ancorato sulla cima. La via di arrampicata tracciata da Maestri è stata quindi ribattezzata "la via del compressore". Sempre rifacendosi alla storia italiana, nel 1988 nel porto di Trieste è stato installato un sistema di barriere pneumatiche contro le fughe di petrolio controllato da quattro
compressori oil-free. Nello stesso anno, le paratoie del progetto sperimentale MOSE contro l'acqua alta a Venezia sono azionate da
compressori prodotti dalla multinazionale svedese.

Casi applicativi nel petrolchimico e nell'industria alimentare

Compressori oil free nel settore petrolchimico, l'esempio della riserva naturale saline di Priolo

Air Liquide è una multinazionale francese leader mondiale dei gas, delle tecnologie e dei servizi per l'industria e la sanità. Lo stabilimento di Priolo Gargallo, che si trova nell'area industriale limitrofa alla Riserva Naturale Saline di Priolo, votata nel 2008 l'oasi più bella d'Italia, fa un grande uso di aria compressa, utilizzata come fonte di alimentazione della rete aria a servizio dei suoi clienti, aziende del settore petrochimico.

In questo caso l'utilizzo di compressori "oil free" è di primaria importanza per garantire servizi di qualità ai propri clienti.
Air Liquide ha quindi scelto i compressori centrifughi oil free Atlas Copco in quanto garantiscono il rispetto dell'ambiente grazie al basso consumo energetico, quindi riduzione delle emissioni nocive, e alla totale assenza di vapori di olio.

Utilizzo di aria compressa oil-free nel Settore alimentare il caso birra Peroni

Gli ingredienti fondamentali per produrre birra sono acqua e orzo, ma nel processo produttivo si fa anche un grande uso di aria compressa, necessaria in tutte le fasi, dalla preparazione della birra fino al suo imbottigliamento.

L'aria compressa è infatti il vettore energetico usato per alimentare gli attuatori delle valvole, per spingere trebbie, polveri e farine esauste, per azionare i martinetti riempitrici, per azionari i pistoni in area imbottigliamento, per eliminare la CO2 dalle cisterne prima dell'imbottigliamento, per scuotere i filtri a maniche eliminando le polveri.

La presenza di vapori di olio residui in queste fasi rischia di contaminare il prodotto finito e le bottiglie, compromettendo la qualità della bevanda che entra in commercio. Per garantire birra di qualità, quindi, è fondamentale utilizzare aria pulita, cioè aria priva di vapori di olio che si possono trovare negli alimenti e nelle bevande come residui dei processi produttivi.

Lo stabilimento Birra Peroni di Padova, che utilizza compressori d'aria "oil free" Atlas Copco da circa trent'anni ha testato in anteprima mondiale il compressore ZR 90-160 VSD+.

Conclusioni

Compressori d'aria amici dell'ambiente: Il premio John Munck award

I compressori ZR VSD+ hanno permesso un salto di qualità fondamentale, portando ai clienti un risparmio del 10% superiore rispetto a quelli della generazione precedente, il che significa, ad esempio, un risparmio di quasi 10.000 euro all'anno sul modello da 160 kW.

Dal loro lancio ad oggi, sono state installate nel mondo più di 500 unità, ciascuna delle quali permette di risparmiare dalle 40 alle 60 tonnellate di CO2 all'anno, a seconda del profilo della domanda d'aria. Per questo motivo, il team che ha progettato questo compressore oil-free ha ricevuto nel 2020 il premio John Munck Award, riconoscimento assegnato dall'azienda per lo sviluppo di progetti innovativi che abbiano avuto successo dal punto di vista commerciale.

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Fonte: La Termotecnica aprile 2022
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