La struttura è attiva dal 2001 come impianto di compostaggio e nel corso del 2018 è stata interamente riqualificata e ampliata per trattare 73 mila tonnellate di rifiuti all'anno, garantendo così l'autonomia gestionale della frazione organica. Qui, infatti, vengono portati l'umido e il vegetale raccolti porta a porta nei 49 Comuni trevigiani serviti da Contarina. Si tratta di materiale differenziato di ottima qualità: la frazione estranea non compostabile in ingresso è meno dell'1% in peso, come registrato dalle analisi periodiche svolte.
Oltre all'aumento della capacità impiantistica, i lavori svolti nel 2018 hanno portato anche alla mitigazione dell'impatto ambientale, alla massima riduzione di cattivi odori e al miglioramento del processo di compostaggio per ottenere compost di qualità ancora più elevata.
Oggi tutto il compost prodotto è certificato per l'utilizzo in agricoltura biologica e viene usato da diverse imprese agricole locali per la coltivazione di prodotti d'eccellenza.
L'opera di innovazione non si è tuttavia fermata e ora la struttura può contare su una nuova sezione per la produzione di biometano gas e liquido, per la quale Contarina ha sostenuto un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro, di cui 19 finanziati dal PNRR - M2C1 I 1.1 linea B.
La struttura si estende su un'area complessiva di oltre 130mila mq che comprende: un'area coperta in cui si sviluppa l'impianto, aree verdi e servizi accessori di viabilità interna, biofiltro e pese.
I lavori di costruzione della nuova sezione impiantistica sono stati realizzati da Cesaro Mac Import, che ne ha seguito anche la progettazione esecutiva.
IL PROCESSO DI TRATTAMENTO
Tutto il rifiuto organico viene scaricato in un ambiente chiuso e in depressione per evitare la dispersione degli odori. L'umido e il vegetale vengono stoccati separatamente e poi trasferiti alla linea di pretrattamento, dove vengono triturati i residui lignocellulosici, si aprono i sacchetti compostabili che contengono l'umido e si miscelano tra loro le due frazioni in una percentuale definita e idonea alla digestione anaerobica per la produzione di biogas: 85% umido e 15% vegetale.
Il materiale viene portato ai due digestori anaerobici da 2.100 mc ciascuno con un sistema di pipe line unico in Italia lungo 130 metri e in funzione 24 ore su 24.
Ogni giorno vengono caricate circa 65 tonnellate di materiale all'interno di ciascun digestore.
La massa in lavorazione occupa fino all'85% del volume disponibile, mentre il biogas si accumula nella parte superiore delle due camere.
Dopo 25 giorni di fermentazione, il digestato - ovvero la miscela residua che gradualmente si forma durante questo processo
viene ricondotto all'impianto per la produzione di compost attraverso un tubo coibentato, spinto da una pompa a pistoni.
Il biogas viene estratto in maniera continua dai digestori e ha un contenuto medio di metano del 58%. La parte rimanente è costituita quasi esclusivamente da anidride carbonica, con tracce di acido solfidrico, vapore acqueo e COV - composti organici volatili.
A regime l'impianto potrà produrre fino a 180 Smc di biogas da 1 tonnellata di matrice organica.
Il biogas in uscita dai digestori anaerobici viene depurato dalle frazioni non idonee (anidride carbonica, acqua, acido solfidrico, noto anche come idrogeno solforato e COV) presenti in varie quantità a seconda della singola tipologia, attraverso diversi passaggi.
Nella torre di lavaggio si elimina l'idrogeno solforato, poi il vapore acqueo viene condensato e convogliato all'impianto di trattamento delle acque.
Una batteria di filtri a carboni attivi rimuove i COV e gli eventuali residui di idrogeno solforato. Infine, l'anidride carbonica viene rimossa con un sistema di filtrazione a membrane e liberata in atmosfera tramite un camino regolarmente autorizzato (off-gas), senza impatto nell'emissione di gas serra, data l'origine biogenica dell'anidride carbonica.
La tecnologia per le fasi di upgrading del biogas, liquefazione del biometano e cogenerazione per alimentare l'intero sistema è di AB Group.
Continua nel PDF