È stata pubblicata nel mese di dicembre 2021 l'ultima versione del Rapporto relativo allo stato di attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia. Tale Rapporto nasce nel 2011 da un'idea del CTI, a seguito della pubblicazione nel 2009 dei Regolamenti attuativi del D. Lgs. 192/2005 i quali hanno di fatto reso operativa la certificazione energetica degli edifici.
Dal 2020 il Rapporto viene elaborato insieme all'ENEA. I documenti pubblicati dal 2011 ad oggi sono disponibili sul portale CTI dedicato. L'Annuario ENEA-CTI è uno strumento in grado di correlare la prestazione energetica degli immobili in Italia rispetto agli obiettivi prefissati dai piani nazionali energetici vigenti. Permette inoltre l'analisi della distribuzione degli indicatori energetici e l'identificazione dei benchmark nazionali per la valutazione dell'eleggibilità degli immobili rispetto alla tassonomia europea.
L'ultima versione del documento fotografa la situazione energetica del parco edilizio nazionale nell'anno 2020; anno caratterizzato da varie novità che includono l'introduzione della misura straordinaria di incentivazione del Superbonus 110%, il recepimento della EPBD III (Energy Performance of Building Directive (UE) 2018/844) attraverso il Decreto Legislativo n. 48/2020 e la pubblicazione, all'inizio del 2021, della STREPIN (STrategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale). Inoltre, il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica nazionale (SIAPE) ha registrato le adesioni di nuove Regioni ed ENEA ha attivato un portale online che permette all'utente di analizzare gli attestati contenuti nel SIAPE e monitorare lo stato dell'arte della riqualificazione energetica del parco edilizio nazionale. Parallelamente il CTI ha continuato, tramite l'operato delle proprie commissioni tecniche, l'aggiornamento e lo sviluppo della normativa tecnica che sostiene l'intero processo della certificazione energetica degli edifici.
Rispetto all'edizione 2020, la struttura del Rapporto è stata arricchita con nuove informazioni relative soprattutto ad aspetti di tipo qualitativo, con l'obiettivo di delineare un indirizzo per le future scelte normative e legislative. Infatti, a livello internazionale si stanno ponendo le basi per aggiornare le metodologie di calcolo e la classificazione degli edifici secondo gli indirizzi tracciati dalla Commissione Europea.
Il Rapporto si compone di quattro capitoli e quattro allegati. Il primo capitolo descrive lo stato dell'arte della certificazione energetica del parco edilizio nazionale, con un focus sugli elementi essenziali del sistema. Il secondo capitolo riporta i risultati delle analisi statistiche su diversi parametri estratti dagli APE emessi nel 2020. Il terzo capitolo sintetizza, attraverso un unico prospetto per ogni ente territoriale, le principali informazioni riguardanti l'implementazione della certificazione energetica a livello locale. Il quarto capitolo analizza le risposte di un questionario proposto a Regioni e Province Autonome e finalizzato ad acquisire informazioni di natura qualitativa sulla percezione della certificazione energetica locale e nazionale. L'allegato 1 ricostruisce sinteticamente il quadro legislativo e normativo di riferimento; nell'allegato 2 viene descritta la metodologia di trattamento dei dati analizzati; l'allegato 3 schematizza le informazioni su vari aspetti gestionali della certificazione energetica da parte delle Regioni e Province Autonome; infine, l'allegato 4 presenta la struttura del questionario sulla percezione della certificazione energetica di cui al quarto capitolo.
Inquadramento territoriale della base di dati
Le valutazioni mostrate nel Rapporto 2021 si basano su oltre un milione di APE emessi nel 2020 da 17 Regioni e 2 Province Autonome, con un forte incremento della base dati rispetto alla precedente annualità, che ha permesso di effettuare indagini più approfondite e statisticamente più rilevanti. Gli APE emessi nel 2020 sono 1.080.260, contro i 1.150.345 emessi nel 2019. La distribuzione territoriale evidenziata nel Rapporto 2020 risulta coerente con quella del Rapporto 2021, con il numero maggiore di APE emessi da parte della Lombardia, seguita da Lazio e Sicilia.
Prestazioni energetiche degli immobili certificati
Dall'esame dei dati raccolti risulta che circa tre quarti degli immobili certificati è stato costruito prima della Legge 10/1991, mentre quelli più recenti occupano solamente circa il 6% del campione. Inoltre, circa l'85% degli APE analizzati riguarda passaggi di proprietà e locazioni, mentre poco più del 3% è riferito a nuove costruzioni, quasi il 4% alle riqualificazioni energetiche e meno del 2,5% alle ristrutturazioni importanti. Per quanto concerne la suddivisione tra le macrocategorie residenziale e non residenziale, esse sono rispettivamente l'86% (di cui quasi l'84% degli APE è relativo alla categoria E.1(1) "abitazioni adibite a residenza con carattere continuativo") e il 14% (di cui oltre il 6% relativo alla categoria E.5 "attività commerciali e assimilabili", il 3% alla categoria E.2 "uffici e assimilabili" e un altro 3% alla categoria "attività industriali, artigianali e assimilabili").
La distribuzione per classe energetica e zona climatica ricalca l'andamento già evidenziato nel quadriennio 2016-2019 descritto nel Rapporto 2020, con una generale crescita della percentuale sia delle classi energetiche migliori (A4-B), sia di quelle peggiori (F-G), all'aumentare dei gradi giorno invernali. L'unica eccezione rimane la zona climatica E che, oltre a essere la più consistente in termini di numero di dati disponibili, mostra la percentuale più elevata di immobili con prestazioni energetiche migliori (oltre il 10% da A4 a B) e la minore percentuale, dopo la zona climatica B, di immobili caratterizzati da scarse prestazioni energetiche (54% F e G).
I principali indicatori energetici calcolati nell'APE sono stati analizzati al variare di diversi parametri considerati influenti sulle prestazioni energetiche dell'immobile. Nel settore residenziale, la classe energetica G è caratterizzata da valori medi dell'indice di prestazione energetica globale (EPgl) che sono oltre il triplo di quelli medi della classe energetica A4; considerando la sola quota di energia primaria da fonti non rinnovabili (EPgl,nren), questa risulta essere decuplicata nella classe energetica G rispetto a quella nella classe energetica A4. Tali dati evidenziano l'enorme potenzialità della riqualificazione del parco edilizio residenziale esistente nel perseguimento degli obiettivi energetici nazionali e comunitari1.
Distribuzione dell'EPgl medio per zona climatica (a), motivazione (b) e periodo di costruzione (c) per gli immobili residenziali. PP: passaggio di proprietà; L: locazione; A: altro; RE: riqualificazioni energetiche; RI: ristrutturazione importante; NC: nuove costruzioni Fonti: Regioni e Province Autonome e SIAPE.
Il settore non residenziale, invece, mostra per i medesimi parametri risultati meno eterogenei dovuti alla notevole varietà di servizi energetici, destinazioni d'uso e di caratteristiche del sistema fabbricato-impianto. L'approfondimento dei valori medi dell'EPgl,ren (Indice di prestazione energetica globale rinnovabile) conferma l'incremento dell'utilizzo di fonti di energia rinnovabile per riqualificazioni energetiche, ristrutturazioni importanti e nuove costruzioni (effetto degli obblighi prescrittivi della legislazione vigente). In particolare, la copertura del fabbisogno energetico è mediamente attribuibile alle fonti di energia rinnovabile per una quota più alta nel settore non residenziale, escluse le nuove costruzioni, ove tale contributo è di circa del 31%, contro il 47% in quello residenziale. Tale risultato può essere indice della maggiore incisività dei requisiti di legge per le abitazioni di nuova costruzione.
Nelle analisi degli indicatori di prestazione energetica rispetto al periodo di costruzione dell'immobile, le valutazioni dell'EPgl e dell'EPgl,nren sono coerenti con gli obblighi legislativi, diventati progressivamente più rigorosi nel tempo. Nel settore residenziale il valore medio dell'EPgl si riduce di circa il 65% tra gli immobili costruiti prima del 1945 e quelli costruiti tra il 2016 e 2020. Un importante decremento (circa il 30%) si nota anche tra questi ultimi e quelli afferenti al periodo immediatamente precedente (1992-2005). Nel settore non residenziale, invece, il decremento dell'EPgl nel tempo è meno incisivo, con una riduzione inferiore al 40% tra gli immobili costruiti prima del 1945 e quelli costruiti tra il 2016 e 2020.
Il Rapporto dedica una parte delle valutazioni anche alle caratteristiche degli immobili certificati di proprietà pubblica (circa 5.000 APE), che sono caratterizzati da prestazioni energetiche mediamente simili a quelle del campione totale nel settore residenziale e più efficienti in quello non residenziale (18% dei casi esaminati nelle classi energetiche A4-B).
Controlli della qualità degli APE
In base alle informazioni acquisite, 16 Enti su 21 tra Regioni e Province Autonome hanno individuato le autorità competenti di riferimento per i controlli della qualità degli APE. I controlli sono svolti da enti territoriali, Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA), società in house e organismi esterni. Tuttavia, solo 9 tra gli Enti Locali intervistati applicano un sistema di controllo degli APE e, di questi, solo 7 (6 Regioni e 1 provincia Autonoma) hanno comunicato le informazioni relative agli APE controllati e, eventualmente, invalidati in base alle tipologie indicate dal D.M 26/06/2015. Tali informazioni sottolineano la necessità di rafforzare e armonizzare i sistemi di controllo degli APE al fine di migliorarne la qualità.
La certificazione energetica è uno degli strumenti più importanti per la comprensione e la definizione delle prestazioni energetiche degli immobili; in questo contesto, la conoscenza delle caratteristiche del patrimonio edilizio è di fondamentale importanza nel processo di promozione e incentivazione del suo efficientamento energetico. Tuttavia, le informazioni derivanti dall'Attestato di Prestazione Energetica (APE), per essere efficacemente applicate per questi scopi, devono essere collezionate, organizzate e messe a sistema. Infatti, l'APE riporta un'elevata gamma di dati e parametri che non si limitano alla sola classificazione energetica di un immobile, ma riguardano anche le sue caratteristiche geografiche, dimensionali, costruttive ed energetiche, così come gli interventi di efficientamento applicabili e il contesto di riferimento. A tal fine, il Decreto Interministeriale 26/06/2015 ha istituito il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE), sviluppato e gestito da ENEA, che ha lo scopo di raccogliere gli APE emessi dalle Regioni e Province Autonome italiane e restituire una immagine dettagliata dello stato dell'arte della riqualificazione energetica del parco edilizio nazionale.
A fine 2021, 16 Regioni e 2 Province Autonome trasmettevano gli attestati di propria competenza territoriale al SIAPE, superando i 2 milioni di APE in esso contenuti. Valle D'Aosta, Marche e Sicilia hanno attivato il collegamento al SIAPE nell'ultimo anno e ulteriori 2 Regioni stanno implementando il sistema di trasmissione al database nazionale. In questo processo ENEA ha svolto un ruolo chiave, collaborando attivamente per lo sviluppo dei sistemi regionali di raccolta degli APE e implementando 7 dei database energetici regionali (Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia).
Una delle importanti novità del 2020 è stata la pubblicazione da parte di ENEA del portale online del SIAPE, che fornisce la possibilità di consultazione dei dati presenti sul database nazionale da parte di chiunque abbia interesse, nonché la possibilità di generare statistiche e analisi dei dati contenuti negli APE. La sua funzione principale è quella di fornire una conoscenza diffusa delle informazioni sul patrimonio immobiliare nazionale derivanti dalla certificazione energetica e costituirsi come utile strumento di pianificazione per gli Enti Locali.
Il portale SIAPE è dotato di diverse funzionalità di analisi dei dati, le quali sono liberamente accessibili da qualsiasi utente, e restituiscono risultati aggregati in base a specifici parametri contenuti nell'APE tra loro combinabili. Il portale SIAPE, infatti, è rivolto a tutti i soggetti coinvolti nella filiera della riqualificazione energetica: dai singoli utenti, ai tecnici del settore e delle imprese, alle banche e alle Pubbliche Amministrazioni locali. Al momento, solo gli enti indicati dal D.M. 26/06/2015 (Regioni, Province Autonome e Comuni) possono accedere al portale per analisi di dettaglio su dati disaggregati, con la possibilità di rilevare i dati su aree ridotte del territorio, fino al singolo Comune.
Un altro aspetto cruciale, affinché il SIAPE raggiunga il massimo delle sue potenzialità, è la qualità del dato inviato al database nazionale. Al momento, la visualizzazione degli output nel portale online, nonché i risultati mostrati nel Rapporto sulla Certificazione Energetica, sono soggetti all'applicazione di un sistema di individuazione delle informazioni anomale o errate con lo scopo di ottenere una base dati maggiormente affidabile. Tale sistema porta all'esclusione di circa il 10% della base dati iniziale.
Per migliorare gli aspetti relativi alla qualità degli APE, tra le varie procedure già attive, nel 2021 ENEA e CTI hanno avviato un'attività di analisi con il coinvolgimento volontario delle software-house, ma anche di alcune Regioni e Province Autonome particolarmente attente e sensibili alla tematica della certificazione energetica degli edifici, allo scopo di uniformare ed elevare la qualità dei dati provenienti dal SIAPE per restituire analisi chiare e attendibili. In maniera analoga, questa attività coinvolgerà anche Regioni e Province Autonome attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro mirato, organizzato da ENEA, CTI e il Coordinamento Tecnico della Commissione Energia della Conferenza Stato-Regioni.
I certificatori energetici
Il D.P.R. 75/2013, modificato con il D.L. 145/2013 - "Destinazione Italia", convertito con la L. 9/2014, definisce i requisiti professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici.
I certificatori energetici registrati in Italia al 2021 sono circa 167.000, secondo le informazioni fornite da 16 Regioni e 1 Provincia Autonoma (81% del campione intervistato) nella fase di acquisizione dati. I soggetti certificatori che operano in ambito nazionale sono in possesso di specifici titoli di studio e appartengono a ordini/collegi di professionisti, per lo più ingegneri, architetti e geometri, o hanno svolto un corso di abilitazione certificato da un ente accreditato dalla Regione o Provincia Autonoma in cui desiderano operare. Gli elenchi dei professionisti abilitati al rilascio dell'APE sono, nella maggior parte dei casi, pubblicati sui siti internet regionali.
Distribuzione dei certificatori energetici per ordine/collegio professionale al 2021
Fonte: Regioni e Province Autonome
Diversi censimenti svolti a livello europeo negli scorsi anni hanno evidenziato come il numero maggiore di certificatori per Stato Membro fosse registrato in Italia2 e che l'Italia fosse il secondo Paese con il numero di certificatori più elevato per cittadino (1,65).
I certificatori abilitati in Sicilia rappresentano la più elevata percentuale sul totale nazionale (quasi il 16%), seguiti da quelli abilitati in Lombardia (quasi il 14%) e Lazio (circa il 10,5%). Queste stime, tuttavia, sono da considerarsi parziali, in quanto circa il 20% delle Regioni e delle Province Autonome intervistate non hanno dichiarato il numero di certificatori abilitati nel proprio territorio.