Negli impianti Seveso, la valutazione delle conseguenze degli eventi incidentali è basata sulla stima delle estensioni delle zone di rischio. L'articolo è focalizzato su un deposito di idrocarburi, situato nell'Italia Centrale. L'obiettivo del lavoro è finalizzato a confrontare le estensioni delle zone di rischio, derivanti da un pool fire di benzina. In particolare, due specifici modelli (il modello Yellow Book e il modello Two Zones) vengono usati per calcolare le ampiezze delle aree di rischio.
Le conseguenze di un evento incidentale (pool fire, esplosioni di nubi di gas/vapori infiammabili, rilasci tossici, etc.) possono causare ripercussioni sul territorio limitrofo con una gravità solitamente decrescente all'aumentare della distanza dal punto di origine dell'evento, tranne i casi in cui si generino effetti domino. Per quanto concerne gli impianti a rischio di incidente rilevante, la valutazione degli impatti degli eventi incidentali individuati viene effettuata mediante la stima delle estensioni delle aree di rischio.
Questo è un aspetto cruciale per la pianificazione territoriale degli stabilimenti industriali. L'articolo è stato focalizzato su un caso studio, relativo ad un deposito di idrocarburi, situato in Abruzzo e soggetto alla Direttiva Seveso. La finalità del lavoro svolto è stata quella di valutare le conseguenze di un pool fire, derivante da rilascio di benzina, effettuando il calcolo delle estensioni delle zone di rischio con l'ausilio di due modelli predittivi, implementati nel software Effects, sviluppato dal TNO.