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Assoclima delusa dal DDL di bilancio 2025

Non valorizzate le tecnologie promettenti come le pompe di calore. L'Associazione auspica una revisione significativa durante il passaggio parlamentare.

Assoclima esprime stupore per il testo del DDL di bilancio 2025, approvato dal Consiglio dei Ministri, che disattende le aspettative maturate negli ultimi mesi, rafforzate anche dagli indirizzi contenuti nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC).

Per l'Associazione gli unici aspetti positivi del Disegno di Legge sono il fatto che i bonus per la riqualificazione energetica degli edifici non siano stati eliminati e che sia stato esteso a tre anni il loro orizzonte temporale. Un periodo di tempo più lungo rispetto al passato, ma non ancora sufficiente per consentire di pianificare interventi strutturali, compromettendo la possibilità di accelerare la decarbonizzazione, soprattutto negli edifici più energivori e per le fasce sociali più deboli, che rimangono prive di misure dedicate.

Un'importante criticità riguarda la mancanza di distinzione tra le diverse tecnologie e il contributo che possono offrire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione degli edifici. "Questo aspetto è particolarmente critico - sottolinea Maurizio Marchesini, Presidente di Assoclima - perché penalizza le soluzioni più promettenti, come le pompe di calore, che richiedono un investimento iniziale elevato e quindi necessitano di una maggiore 'spinta'. La scelta di non prevedere premialità diverse non solo vanifica gli investimenti di interi comparti industriali, ma è anche in netta controtendenza rispetto agli indirizzi dei principali Paesi europei e della stessa Unione Europea, che ci chiede di accelerare verso le rinnovabili e, in particolare, verso l'adozione delle pompe di calore. In sostanza, ci lascia stupiti l'attuale disegno di legge, che sembra essere in aperto contrasto con gli obiettivi della Direttiva EPBD."

Assoclima ribadisce che la cosiddetta neutralità tecnologica, spesso invocata, non deve essere confusa con l'ignavia e utilizzata come pretesto per lasciare immutate le cose, a dispetto di quindici anni di evoluzione tecnologica e di un contesto normativo europeo sostanzialmente mutato. Urge operare delle scelte e affrontare una sfida che non si può rimandare. L'industria delle pompe di calore, sempre più italiana, lo chiede da tempo, avendo a disposizione una tecnologia all'avanguardia e un tessuto produttivo sempre più competitivo e radicato. Viceversa, far prevalere un'ideologia anti-green rischia di fare ancora più danni, frenando la transizione ecologica e l'innovazione.

"L'ecobonus rimane essenziale per colmare il forte divario che separa l'Italia dagli altri Paesi europei, soprattutto nel segmento residenziale. Auspichiamo pertanto che la manovra di bilancio possa essere significativamente rivista in tal senso nel passaggio in Parlamento." conclude Marchesini.

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