Lo scopo dell’ elaborato è quello di mettere in luce le differenze procedurali e di risultato relative a due metodi di calcolo per risolvere lo stato tensionale di un componente meccanico sottoposto a carichi statici di flessione e torsione. Nella prassi di progettazione industriale è ormai molto frequente avere a che fare con software che utilizzano il metodo degli elementi finiti (FEM), che permette di simulare una sollecitazione meccanica o fisica anche molto articolata su un componente tridimensionale di forma qualsiasi. Essi offrono una buona affidabilità e un ottimo grado di approssimazione se usati in modo corretto, inoltre sono particolarmente apprezzati per la loro versatilità e la tempestività con cui forniscono i risultati.