Nel documento, vengono illustrati i pillar per guidare l'industria meccanica attraverso un'economia indebolita, incentivando la transizione digitale e sostenibile dell'industria.
"L'Italia è un grande paese industriale, il secondo in Europa per valore aggiunto manifatturiero e uno tra i principali esportatori al mondo, e l'industria meccanica rappresenta il cuore della nostra manifattura. Un paese con questa vocazione deve avere una vera ed efficace politica industriale, che aumenti le probabilità di successo sui mercati esteri".
Così il presidente di Anima Confindustria Marco Nocivelli introduce la presentazione del Manifesto della Meccanica Anima 2024, il documento programmatico con cui la federazione si propone di delineare i principi che dovrebbero guidare lo sviluppo della meccanica nel nuovo anno.
"In rappresentanza del comparto, Anima si pone come interlocutore rispetto alle istituzioni e alla politica tracciando, con un approccio pragmatico, i principi guida per la costruzione di una nuova politica industriale italiana che abbia una visione a breve e medio termine, in grado di affrontare le sfide globali e il recente andamento dell'economia italiana ed europea.
L'obiettivo a cui tendere è un insieme di misure che deve essere compatibile con le peculiarità del sistema produttivo italiano, popolato principalmente da PMI e caratterizzato da forte diversificazione delle specializzazioni produttive, con una notevole componente di valori intangibili di know-how.
Una politica industriale - conclude il presidente Nocivelli - che sostenga l'export attraverso misure adeguate che consentano di rilanciare sia il settore della meccanica che l'intera economia italiana, e che operi in una logica di neutralità tecnologica e settoriale".
Tramite il Manifesto della Meccanica Anima 2024, la federazione articola in sette punti le proposte cardine da rivolgere alla politica.
1.Transizione 5.0 e decarbonizzazione dell'industria
Per sostenere lo sviluppo delle imprese, Anima plaude il lancio del nuovo Piano Transizione 5.0, che prevede un'accelerazione della transizione sostenibile dell'industria con l'avvio dei progetti di innovazione finalizzati alla decarbonizzazione dei processi industriali.
Si auspica anche la conservazione e l'aggiornamento dello strumento dei Certificati bianchi per promuovere gli interventi di efficientamento energetico in tutti i settori industriali.
Anima auspica inoltre che il Piano Transizione 5.0 sia operativo quanto prima, tramite procedure chiare e facilmente applicabili.
2.Innovazione a supporto dell'evoluzione della manifattura digitale
Nel percorso lungo la transizione digitale, l'intera infrastruttura industriale deve tenere di conto delle necessità della digitalizzazione, con le annesse implicazioni. In particolare, è fondamentale riconoscere adeguata importanza alla regolamentazione per l'uso sicuro dei dati, tramite una copertura assicurativa e un sistema atto a sostenere l'industria su questo fronte.
Al contempo, occorre supportare il valore del dato, dando continuità al piano dedicato alla valorizzazione del digitale attraverso il supporto agli investimenti.
3.Riqualificazione del parco edilizio residenziale nazionale
Rappresentando molte filiere che operano nel campo dell'edilizia, Anima intende contribuire alla definizione di un framework di meccanismi sostenibile e stabile nel tempo per la riqualificazione energetica degli edifici, al fine di rispondere agli obiettivi per il settore residenziale fissati al 2030 e al 2050 dalle nuove direttive EED e EPBD.
La grande attenzione che si è concentrata sul tema dell'efficientamento energetico degli edifici ha reso ancor più urgente ripensare i meccanismi d'incentivazione e razionalizzare una materia complessa che, allo stato attuale, vede sovrapporsi diversi strumenti.
4.Recepimento nazionale dei principali provvedimenti europei
Oltre alle Direttive EDD ed EPBD, il Regolamento Ecodesign pone delle sfide non marginali al settore, in particolare sul piano del riscaldamento residenziale.
Per questo motivo, oltre a riconoscere le enormi potenzialità del vettore elettrico e delle relative tecnologie di utilizzo attraverso una riforma del mercato elettrico e una revisione delle tariffe per gli utilizzatori di queste tecnologie, si suggerisce un approccio più pragmatico al vettore gas, che in prospettiva potrà essere sempre più green e che, oltre ad alimentare tecnologie sempre più efficienti, alimenta anche una filiera industriale di assoluta eccellenza nel mondo.
5.Il ruolo della Meccanica nell'attuazione del PNIEC
Anima ritiene fondamentale definire, nell'ambito della definizione del PNIEC, una strategia per la transizione energetica nazionale che abbia un orizzonte decennale.
L'industria meccanica rappresenta, oltre a una significativa quota della domanda nel settore energetico, il principale provider tecnologico per le tecnologie per l'efficientamento energetico, per la produzione e l'utilizzo di energia rinnovabile, e per lo sviluppo di fonti e vettori energetici alternativi come biocombustibili, biogas e biometano.
Come comparto, è impegnata nel raggiungimento degli obiettivi fissati nell'ambito del Net Zero Industry Act e del Piano Repower EU.
6.Politiche di sviluppo della filiera industriale italiana nel settore dell'idrogeno, dell'elettrico e dell'energia nucleare
Anima condivide la traiettoria tracciata dal PNRR, la quale individua nell'idrogeno una componente fondamentale per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione dei prossimi 30 anni.
Allo stesso modo, l'industria legata all'elettrico sta assumendo una crescente connotazione nazionale, con un indotto e distretti che si stanno rafforzando sulla spinta all'elettrificazione dell'ampliamento degli ambiti di utilizzo.
È necessario anche tenere in considerazione come in Italia siano presenti numerose eccellenze sul piano industriale nella componentistica e nella progettazione di impianti per l'energia nucleare, rappresentate da Anima, e oggi votate all'export.
7.Salvaguardia del mercato interno e principio di reciprocità
Le nuove tendenze protezionistiche attuate da molti paesi trovano attuazione nell'istituzione di barriere nei confronti dei prodotti italiani, nonché nel fenomeno della non-reciprocità dell'accesso ai mercati e delle condizioni nelle quali le imprese si trovano a operare, in termini di standard e requisiti sociali ed ambientali bassi.
Oltre al monitoraggio del corretto processo di ratifica degli accordi di libero scambio, è importante monitorare e tutelare il rispetto delle regole di concorrenza e valorizzare gli aspetti legati al rispetto dei principi europei in materia di diritto ambientale, sociale e del lavoro.